Nell’immaginario collettivo (alimentato spesso dai film americani) il piccolo animale di turno viene lasciato a capo di un impero, con buona pace di parenti ed amici.
Nella realtà però le cose non vanno quasi mai così, e questo per le ragioni più disparate. Prima di tutto perchè spesso i parenti stretti hanno, a seconda del Paese, dei diritti inalienabili. Poi perchè – ed è il caso italiano – gli animali non hanno una personalità giuridica. Insomma: sono tanti gli elementi da tenere in conto per far sì che le proprie volontà vengano rispettate.
Evidentemente in questo caso tutto è andato come desiderava il defunto, che nel suo testamento olografo si è premurato di specificare cosa voleva lasciare e come. Nel caso specifico ha disposto che al proprio vicino venissero affidati 20mila euro affinchè si prendesse cura dei due piccoli che, negli ultimi anni, avevano allietato le proprie giornate.
Il resto della cospicua eredità, inclusa una villetta, sono andati ad alcune associazioni animaliste perchè si prendessero cura di animali abbandonati. Il tutto per un ammontare complessivo di circa 1milione di euro!
L’iter è stato abbastanza veloce, e questo perchè l’uomo non aveva parenti stretti che potessero insistere sulla disposizione testamentaria. Inoltre – come fa notare l’avvocato Zambonin, sono molti gli italiani che si informano per accertarsi che le loro volontà vengano esaudite, tanto che l’anno scorso la LAV aveva attivato una campagna di informazione proprio per spiegare le modalità di nomina dei propri animali domestici.
E voi che ne pensate? cosa lascereste ai vostri amici a quattro zampe?
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