Quando pensiamo alla risposta di un cane ad un determinato stimolo e vogliamo associarla ad un sentimento crediamo sempre di avere le idee chiare;
- scodinzola: è contento
- ha la coda tra le gambe: ha paura
- …
Insomma: abbiamo codificato alcuni comportamenti e crediamo che siano sempre (e solo) quelli. Questo cosa implica? una serie di problemi, che ci fanno vedere (interpretare) qualcosa senza prestare attenzione al contesto. Osserviamo distrattamente il nostro cane fare qualcosa e vi attribuiamo un significato, salvo poi trovarci in una situazione che avremmo potuto evitare se fossimo stati meno superficiali.
Vi faccio un esempio: prima uscita con il mio cane per strada (zona pedonale). Tirava vento e faceva oggettivamente freddo. Non appena ho lasciato la macchina e ci siamo messi sul corso principale lui si paralizza, ventre a terra e inizia a tremare.
Si avvicinano in parecchi, e tutti a dire che il cane aveva freddo. Se all’inizio tentavo di spiegare che non era così ma si trattava di paura dopo un po’ mi sono stancato anche di farmi valere. Ma perché tutti a dire che aveva freddo e nessuno credeva che fosse davvero paura quella che il mio cucciolo provava? Perché hanno fatto due marchiani errori:
- interpretare il comportamento del cane dal loro punto di vista (loro provavano freddo, e di conseguenza quella era la motivazione che spingeva il cane a tremare)
- sparare un’analisi (non richiesta) senza conoscere il cane
Questo la dice già parecchio lunga! Nessuno più di voi può interpretare il comportamento del proprio cane perché solo voi lo conoscete e lo osservate giornalmente. E’ altrettanto evidente che conoscere gli atteggiamenti principali che denotano paura può essere comodo, specie quando portate il cane in qualche condizione nuova.
Se per alcuni comportamenti questo non causa danni, c’è invece uno specifico sentimento che va sempre tenuto sotto controllo, perché determina azioni che vorremo aver evitato: la paura!
Cos’è la paura? E’ una delle risposte più ataviche e meglio insidiate nell’essere vivente; che ci aiuta a restare vivi; ad apprezzare la vita che ci circonda; a metterci in gioco.
Se pensiamo che quando ne parliamo con qualcuno proviamo un senso di vergogna nell’ammettere di essere spaventati ci rendiamo conto che il cane è parecchio più avanti di noi. Lui manifesta immediatamente la paura, e lo fa palesemente. Purtroppo però non sempre la sua manifestazione viene interpretata correttamente.
Ma perché capire che il nostro cane ha paura può esserci utile?
Semplice! Un cane spaventato può assumere dei comportamenti insoliti, specie quando è al guinzaglio. Di conseguenza saperli identificare ci consente di prevenire alcuni possibili problemi (sia di natura comportamentale che psicologica).
Vediamo quindi quali sono i comportamenti e le manifestazioni che ci devono mettere sull’avviso.
I classici segnali di paura
La letteratura ci insegna che i segnali più classici che indicano paura nel nostro amico a quattro zampe sono le orecchie basse e la coda tra le gambe, e valgono entrambi sia che il cane li manifesti appieno (quindi con la coda interamente tra le gambe e le orecchie del tutto abbassate) sia che siano meno marcati.
Altri segnali di paura
Di fianco a quelle che sono le manifestazioni classiche di paura ve ne sono altre, altrettanto indicative, che sovente non vengono interpretate come tali:
- Leccarsi il muso
- Affanno
- Sbadigli
- Sopracciglia abbassate
- Movimenti rallentati
- Movimenti simili ad un cane addormentato o, viceversa, iperattivo
- Mancanza di appetito
- Orecchie indietro
- Postura bassa e coda tra le zampe
- Tremori
Abbiamo già visto diversi di questi comportamenti come manifestazioni di ansia e depressione, ma è l’ambiente nel quale il cane è calato a fare in modo che la nostra interpretazione sia quella corretta.
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