Lo scopo della conduzione è far camminare il nostro amico al nostro fianco, di solito il sinistro, se siamo destrimani. Le tecniche sono innumerevoli, ma ciò che conta è il concetto. Capito il concetto si può applicare la tecnica più consona. Ricordate che per educare un cane si deve attrarre la sua attenzione.
L’animale deve voler camminare vicino a noi, capire quali sono i limiti. Il nostro compagno di passeggiata deve trovarsi più o meno con la spalla in corrispondenza del nostro ginocchio, ciò va proporzionato alle dimensioni dell’esemplare, ma la linea generale è questa.
Camminare al guinzaglio: le tecniche
Esistono innumerevoli tecniche, e se avete avuto modo di parlare con qualcuno (o di cercare online) avrete visto che i filoni si dividono in due grandi categorie:
- fermarsi quando tira ed attendere che smetta
- cambiare repentinamente direzione per far si che attenda che vi muoviate
Quale è la migliore? A mio avviso nessuna! E non per antipatia, ma solo perchè le ho provate entrambe e non funzionavano.
Fermarsi quando il cane tira: perchè non serve?
Lui tira perchè è eccitato, e voi vi fermate pretendendo che dimentichi di esserlo. Magari dovrebbe anche dimenticare il motivo per il quale stava tirando. E’ abbastanza inverosimile.
Cambiare direzione: perchè non serve?
Il motivo credo sia abbastanza evidente: se il cane tira ed io mi volto in un’altra direzione e parto il guinzaglio andrà in tensione, per cui lui la prenderà come una prova di forza. Quindi gli ho trasmesso che sono il più forte, ma non cosa desidero.
Camminare al guinzaglio: la tecnica suggerita
Abbiamo visto quali sono le tecniche normalmente suggerite e i motivo per i quali non le ritengo adatte. Vediamo adesso qual è la tecnica per la conduzione che trovo funzionale
La premessa è quella di cominciare con brevi tratti, e di servirsi di un gioco che il cane ama, oppure un bocconcino.
Il punto è abbinare un comando, come “piede“, ad un premio. Quest’ultimo deve essere doppio, cioè costituito dalla consegna del gioco o del bocconcino e delle carezze abbinate a delle parole come “bravo“. Le carezze e le parole sono fondamentali per la fase successiva, cioè di riduzione o eliminazione del premio, poiché per una questione di praticità diventa difficile portarsi in giro una treccia di corda o dei wurstel.
In breve si deve far sì che l’animale, al guinzaglio, ci segua e che segua la nostra mano, non superando con il suo passo le nostre gambe. Quando supera, evitiamo di dargli il premio, ignorandolo. All’inizio, facendo brevi tratti di passeggiata sarà difficile che il cane ci superi.
E’ importante che durante la passeggiata il guinzaglio non sia teso, questo elemento è propedeutico al lavoro senza guinzaglio; idealmente esso è solo uno strumento di emergenza che interviene quando la nostra voce non è in grado di gestire il nostro amico.
Ricordiamoci che si parla sempre di obiettivi ideali, la realtà è sempre meno netta e con maggiori sfumature.
Camminare al guinzaglio: la brutta sorpresa
Avete finalmente ottenuto ciò che desideravate; il vostro cane cammina al fianco senza tirare. Vi comprende al volo. Gira quando girate voi, rallenta ed accelera seguendovi come un’ombra.
Siete ormai pronti per la prima uscita in strada, dove finalmente potrete passeggiare e magare stupire qualche amico grazie alla perfetta intesa che avete raggiunto.
Preparatevi ad un’amara sorpresa. Quale che sia la tecnica che avete adottato – e che vi ha di certo dato dei risultati – cadrà come un castello di sabbia nel momento in cui farete il primo giro all’esterno del vostro campo addestramento.
Perchè mai? ma è semplice! perchè l’avete praticata in un ambiente controllato, che il cane conosce ed è in larga parte privo di stimoli.
Nel momento in cui uscirete con il vostro amico state pur certi che non vi ascolterà, inizierà a tirare come un indemoniato e vi sentirete frustrati. E’ normalissimo! Mettetevi nei suoi panni per un attimo: esce, si trova in un ambiente nuovo pieno di odori diversi e sconosciuti, suoni, colori e così via. Una sorta di lunapark e non sa dove guardare. Secondo voi pensarà al premio o alla passeggiata?
Camminare al guinzaglio: dopo la brutta sorpresa non demoralizzarti
Hai letto bene! Non demoralizzarti se hai trascorso tutto il tempo a trattenerlo mentre tirava da una parte all’altra. E’ normale, ma questo non vuol dire che abbia dimenticato quanto appreso.
Hai “complicato” le cose inserendo un elemento esterno ed ora devi gestirlo. In che modo? Uscendo di nuovo, e ancora ed ancora. Man mano si abituerà ai rumori, alle persone e agli odori, e tornerà a dar retta a te.
E sono certo che adesso ti starai chiedendo: “e dopo camminerà al mio fianco tutto il tempo?”
No! e lo sai perchè? perchè durante la passeggiata, così come tu ti distrai, anche lui si distrarrà. Il concetto che devi fare tuo è che passeggiare con il cane sempre al tuo fianco è innaturale. Devi permettergli di annusare e socializzare.
E quindi? e quindi è il momento che tu legga il prossimo paragrafo!
La conduzione rilassata: che vuol dire?
La “conduzione rilassata” è meno rigida rispetto a quella descritta sopra, e va messa in pratica nella maggior parte delle situazioni in cui uscirete assieme, quando il nostro amico a quattro zampe non può essere lasciato libero di scorrazzare, dandogli comunque la possibilità di annusare in giro e fare i suoi bisogni. In breve, allungando il nostro guinzaglio, lasciamo una certa libertà, delimitata dalla lunghezza dello stesso. L’unica e ovvia limitazione è che il cane non tiri.
Possiamo abbinare un comando alla “conduzione rilassata” come “vai”. Se durante la nostra vita quotidiana con l’animale abbiamo insegnato il significato della parola “no“, potremo usare questo comando come limitazione, nel caso il cane tiri quando lo invitiamo ad eseguire il “vai”.
Il concetto della “conduzione rilassata” è che, almeno in parte, siamo noi a seguire il cane (sempre entro i limiti del buon senso; non dobbiamo farci trascinare in posti in cui non vogliamo andare, in quel caso guidiamo il nostro amico in altra direzione); questo concetto è utile per aggiungere varietà al lavoro di educazione e per creare dei momenti di pausa.
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