Sembra incredibile dirlo, ma sono sempre più in crescita i furti di animali domestici. Ve ne potete rendere conto dal proliferare dei cartelli per le strade che offrono una ricompensa a chi fornirà notizie sullo scomparso o, più ancora, dagli accorati appelli che circolano sui social network. Ma perchè questo aumento costante? chi sono i mandanti? e soprattutto: come facciamo ad essere certi che si tratti di furti e non semplici scomparse?
Il fatto che siano furti su commissione è palese dal momento che sono pochissimi i cani ritrovati. Spesso e volentieri “si perdono” cani con tanto di collare munito di gps, e sembra alquanto improbabile che fido riesca a toglierselo da solo senza l’intervento di qualcuno. Esiste poi una casistica molto nutrita di determinate specie che scompaiono da giardini recintati, da luoghi noti e sicuri, che poco lascia al dubbio.
Quindi, stabilito che la scomparsa dei cani è spesso dovuta ad un furto, la prima cosa da fare per prevenirlo è quella di capire a cosa sia dovuta.
In linea di massima i furti servono ad alimentare due mercati distinti: quello delle lotte clandestine (ebbene sì, esistono ancora nonostante se ne parli sempre meno) e quello degli acquirenti finali che ricercano razze particolarmente pregiate ma che non sono disposti a pagare un allevatore serio per averle
Quale che sia il movente ciò che è disarmante per il proprietario di un cane (quindi preparatevi ad una brutta sorpresa) è scoprire che questo tipo di furto non è considerato un reato. Potrete fare una denuncia, ma questa non andrà a popolare un database apposito. La riprova è che non esiste una statistica che permetta di ottenere dati puntuali su questo fenomeno. Ahimè è uno di quei vuoti legislativi che non sono ancora stati colmati nonostante si stia spingendo sempre di più sull’importanza dell’animale da compagnia nella vita sociale.
Purtroppo sotto questo particolare aspetto l’animale da compagnia è alla stregua di un qualsiasi oggetto di poco valore, il cui furto è valutato come una ragazzata. Un esempio eclatante è quello della sentenza della prima sezione penale del Tribunale di Roma che, nel maggio del 2016, ha assolto una donna per aver rubato un gatto “per particolare tenuità del fatto“. Insomma: secondo i giudici l’animale era qualcosa di poco conto, ed hanno ignorato completamente il valore affettivo che il proprietario gli attribuiva.
Questo cosa vuol dire da un punto di vista pratico? Che è consigliabile denunciare sempre la scomparsa del cane (o l’eventuale furto se potete dimostralo) ma anche che non ci si deve aspettare che squadre di investigatori si mettano in moto alla ricerca del vostro compagno a quattro zampe.
Nell’attesa si potrà interagire con i gruppi sui social network avvertendo della scomparsa e chiedendo che segnalino un cane simile al vostro, anche se al guinzaglio di un altro padrone.
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