L’agility dog è ormai uno degli sport che suscitano maggiore interesse in ambito canino.
Complice una cultura che stimola il rapporto di crescita reciproca con il proprio amico a quattro zampe, ed il fatto che tutti i cani possono partecipare alle gare, il numero di aspiranti è cresciuto notevolmente negli ultimi anni. Intraprendere questo percorso è indubbiamente consigliato, ma è importante che il novello conduttore abbia ben presente che ciò cui va incontro non è solo una lunga serie di sessioni di allenamento, ma un percorso di crescita che – se intrapreso correttamente – creerà un rapporto incoredibilmente profondo con il proprio cane.
Per quanto possa sembrare un’estremizzazione devo dire che in realtà sto minimizzando sia l’impegno che dovrete avere che le difficoltà che troverete.
Pensiamo un momento all’agility. Che sia uno sport è indubbio. Che sia impegnativo anche. Che coinvolga conduttore e cane scontato. Che sia meno semplice di quel che si creda lo si scopre nel momento in cui si leggono le regole, il tipo di ostacoli e come si valuta la gara, nonchè i punteggi. Se non ne avete idea vi suggerisco di dare una lettura a questo articolo.
Quello che però nessuno (o molto pochi) si sofferma a considerare è il livello di fiducia ed empatia che si deve creare tra conduttore e cane. Il conduttore infatti deve essere in grado di:
- Insegnare al cane come superare ostacoli diversi
- Fare in modo che il cane faccia quel che chiede quando lo chiede
- Stimolare il cane a seguirlo ed impegnarsi in attività non sempre facili o “naturali”
Già questi tre punti iniziali sono un impegno enorme sia per il conduttore che per il cane. Credete che questi risultati si raggiungano in poco tempo? Assolutamente no!
Riuscire a portare un cane su un percorso di agility e completarlo deve essere di per se visto come un obiettivo. I punti, il podio, il passaggio di categoria, l’eccellente ecc. vanno visti come delle verifiche di percorso ma senza stressarsi inutilmente.
Se per l’educazione e per altri tipi di percorsi abbiamo detto che ciò che importa è il livello di complicità e fiducia che si instaura con il cane nell’agility questo è amplificato. Basti pensare che uno dei motivi di squalifica immediata da una gara è l’uso di brutalità verso il cane per rendersi conto di quanto possa essere un percorso impegnativo, a volte frustrante se non affrontato nella maniera corretta.
E’ possibile insegnare al proprio cane l’agility? Certo che lo è, ma va fatto con consapevolezza, nei tempi corretti (che variano in base alla predisposizione del cane e alla capacità di insegnamento del conduttore) e con metodo, che vuol dire facendo vivere al cane questi momenti come un divertimento e non come un impegno.
Come per molti altri percorsi anche nell’agility vanno scomposti i vari ostacoli di modo da facilitare e velocizzare l’apprendimento. Una volta che il cane li ha interiorizzati potremo “raccordarli” così da sperimentarne l’apprendimento lungo un percorso qualsiasi.
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