Chiunque abbia un cane maschio, in particolare se di taglia media o grande, prima o poi si trova ad affrontare la domanda “ma perchè non lo hai castrato?” Di solito a questa domanda se ne accodano altre, in una sorta di terrorismo psicologico che tende a far sentire il povero proprietario una sorta di delinquente irresponsabile.
Ma perchè castrare il cane? che senso ha? e soprattutto: porta dei benefici di qualche tipo? Ogni volta che ne sento parlare la discussione si sposta su convinzioni del tipo “una volta castrato diventa più docile” oppure “se lo castri diminuisce la sua aggressività verso gli altri maschi” per arrivare a “una volta castrato non morde più nessuno” (!!).
Insomma: sembra che la soluzione ai problemi di comportamento del cane sia riconducibile alla presenza (e magari anche alla dimensione) dei suoi attributi. Di conseguenza vige l’adagio “Via i testicoli via i problemi”.
Sorvolando sulla inesistente correlazione tra comportamento e testicoli (e molte donne potranno dire la propria in merito) la realtà è che, da un punto di vista scientifico, abbiamo un deficit importante di dati che ci permettano di trarre delle conclusioni.
Vediamo quindi quali sono i pro e quali i contro nel castrare il proprio animale.
Ma quindi a cosa porta la castrazione da un punto di vista comportamentale?
E’ indubbio che il testosterone agisca da modulatore del comportamento e che i maschi di molte specie reagiscano in modo più impulsivo ad alcuni stimoli.
La castrazione non fa altro che ridurre la risposta impulsiva del cane, ma non la annulla.
Un cane castrato quindi avrà una soglia di “tolleranza” più alta, determinata in parte dall’assenza di testosterone ed in parte dallo stato psicologico del momento, dalle pregresse esperienze e da una miriade di altri fattori.
Insomma: il comportamento del cane è riconducibile a caratteristiche proprie (razza, vissuto, esperienze, capacità educativa del padrone..) sulle quali impatta – in maniera più o meno diversa – la presenza dei testicoli.
Quali sono i reali motivi per castrare il proprio cane?
Già porre la domanda in questo modo è indicativo di un approccio diverso, più consapevole.
Un cane può essere castrato – ed in alcuni casi è consigliabile farlo – quando con la castrazione si vuole migliorare la salute del soggetto. Se ad esempio il cane ha dei problemi di iperplasia prostatica (l’ingrossamento della prostata è abbastanza frequente in età matura) si preferisce castrare il cane per diminuire la quantità di testosterone che ingrandisce la prostata piuttosto che eliminare la ghiandola.
Un altro motivo per castrare il cane sono le neoplasie testicolari, che possono causargli, ingrandendosi, dolore.
Di fianco ai su menzionati motivi, che sono di ordine clinico, esiste anche un motivo comportamentale che, in casi estremi, può spingere alla castrazione: la tendenza a fuggire. Esistono dei soggetti che non si limitano ad invaghirsi di una cagnolina, specie nel suo momento “hot”, ma che assumono dei comportamenti dannosi (piange continuamente, lecca per terra, non mangia) e che, se non sapientemente seguiti, potrebbero causare dei danni allo stesso cane durante i suoi tentativi di fuga.
Esistono alcuni motivi comportamentali che, debitamente discussi con un veterinario comportamentalista, possono portare a considerare la castrazione come una strategia terapeutica.
La castrazione agisce riducendo alcuni comportamenti sessualmente dimorfi quali la monta, la marcatura urinaria, l’aggressività verso i cani maschi e la tendenza ad allontanarsi da casa.
Attenzione però, gli effetti della castrazione possono essere molto variabile e strettamente dipendenti all’età del cane a alla componente (non gestibile con l’intervento) appresa di questi comportamenti.
I pro sono elencati
Ma i contro ?
Speranta di vita x variante
Studi clinici , dati statistici ?
Grazie x queste inf.
Ciao Adrian
in realtà come diciamo all’inizio dell’articolo non esistono studi clinici realizzati ad hoc bensì valutazioni che vengono effettuate partendo da dati esistenti. In pratica, nonostante i dati siano in crescita, la base di partenza non è quella di uno studio scientifico mirato a rispondere ad alcune domande come quelle che sollevi (giustamente) tu. Ciò che viene fatto è prendere i dati (spesso forniti dalle cliniche) e andare ad analizzare l’incidenza di una malattia tra i soggetti castrati e quelli non castrati. E’ evidente che questo approccio comporta che “il campione” preso in considerazione non sia rappresentativo, e quindi la “base scientifica” sia assolutamente opinabile.