I problemi, che inizialmente si manifestano con lievi perdite di memoria (del tipo: “non mi viene il nome… eppure l’ho sulla punta della lingua“), peggiorano man mano fino a portare il paziente a stati di confusione e smarrimento che gli impediscono di far ritorno a casa.
Purtroppo per parecchi anziani il ritorno a casa non è semplice. Vengono infatti raggiunti da degli sconosciuti che – a loro modo di vedere – li costringono a fare qualcosa contro la loro volontà, causando nel malato un disagio. E’ quindi importante intervenire il prima possibile, e ultimamente l’unità cinofila Althea della Protezioni Civile di Treviso sta educando dei cani proprio a questo scopo.
La differenza con la ricerca classica è molto marcata, come spiega Nicola Floro, responsabile dell’educazione
Solitamente i nostri cagnolini sono abituati a ricercare persone non in movimento che si trovano in una situazione di incoscienza, ferite o non in grado di richiedere aiuto, ma sono sempre di più le richieste di intervento per ricercare persone che, disorientate, vagano camminando senza meta
In questo caso quindi è importante intervenire tempestivamente, anche perchè con il trascorrere delle ore aumenta la distanza che il malato può percorrere, rendendo sempre meno agevoli le ricerche.
Il problema maggiore – continua Floro – è quello di addestrare il cane alla ricerca di un individuo che non solo si muove (anche velocemente) ma che ha un comportamento particolare
si è alla ricerca di una persona che cammina. Pertanto il cane deve essere addestrato a cercare persone che si muovono in modo inusuale, in modo convulsivo. La prima cosa che deve fare, una volta individuato l’anziano, è cercare di rallentare il suo cammino e nello stesso tempo avvisare con l’abbaio il conduttore e i soccorsi
Insomma: il cane, semmai ce ne fosse bisogno, dimostra ancora una volta quanto può essere importante in situazioni di pericolo.
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