Ridurre però questo comando – che viene incluso nei fondamentali – al solo appagamento è riduttivo. Le occasioni per apprezzarlo sono innumerevoli e spaziano da quelle più importanti, come ad esempio richiamare il cane quando c’è un pericolo, al volerlo far avvicinare per uscire.
Ma è difficile insegnare al proprio cane il comando “vieni”? In realtà no, salvo che non abbiate un cane estremamente indipendente, che mal volentieri accetta indicazioni da voi.
Normalmente un cane tende a restare con il proprio padrone, per cui si dirige spesso verso di lui dopo essersi allontanato.
Questo comando viene normalmente insegnato dopo il “fermo” (se non lo avete fatto vi suggerisco di leggere questo articolo) ma non è sbagliato affrontarlo anche prima, dal momento che le occasioni non vi mancheranno. Vediamo allora come fare!
Scegliete un’area che abbia poche distrazioni, così che il cane possa concentrarsi su di voi. Lasciatelo libero di annusare in giro, di muoversi un po’ e di allontanarsi da voi.
Quando lo avrà fatto accovacciatevi e richiamate la sua attenzione chiamandolo per nome e, nel momento in cui si dirige verso di voi, date il comando “vieni” (o quello che preferite). Non appena vi avrà raggiunto premiatelo con feste e bocconcini.
E se non dovesse venire verso di me? E’ una domanda lecita. In questo caso potete adottare un espediente come servirvi di un gioco che a lui piace e farglielo vedere.
In molti suggeriscono di farsi aiutare da un amico che manterrà il cane al guinzaglio finchè non vi sarete allontanati.
E’ un metodo valido, ma non sono propenso ad utilizzarlo in quanto ritengo che dobbiate trovare con il cane un vostro rapporto, senza altre persone.
Cose che invece non dovete assolutamente fare sono:
- arrabbiarvi se non riuscite (peggio ancora: picchiarlo)
- adottare sessioni troppo lunghe (la media dovrebbe essere di 3/5 minuti)
- usare il bocconcino come esca
- richiamare il cane per andare a casa
- confonderlo con azioni incoerenti
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