La black list delle specie potenzialmente pericolose è stato uno degli errori più grossolani che siano stati fatti nel tentativo di salvaguardare l’incolumità pubblica dalla possibile aggressione di alcune razze. Il problema più evidente stava nel fatto che la lista era redatta senza alcun fondamento scientifico. Non solo! Ancora più grave era che non prevedevano una formazione specifica per i proprietari, che erano l’origine del problema. Al contrario si preoccupava solo di inserire alcune razze (17 per la precisione) tra quelle considerate pericolose.
Già semplicemente scorrendo la lista di queste razze si capisce quanto infondata potesse essere. Tra le 17 razze rientravano diversi cani da pastore (di Ciarplanina, dell’Anatolia, dell’Asia centrale, del Caucaso) oltre che i sempiterni Pitbull, il Dogo Argentino, il Rottweiler ecc. Tutti cani che, per chi conosce il mondo cinofilo, necessitano di un padrone scafato, in grado di educarli e gestirli. Invece la black list spostava l’attenzione non sul proprietario e sulla sua capacità di gestire il cane, bensì sulla razza, demonizzandone alcune.
In seguito, e precisamente nel 2009, il Ministero della Salute ha abolito la black list introducendo il concetto di “cani impegnativi“, che rappresenta un enorme passo in avanti. Prima di tutto si considera il ruolo fondamentale del proprietario (così come di chiunque ha a che fare con il cane, dal veterinario al dog sitter) e della corretta educazione / preparazione che deve avere per gestire al meglio il cane. In buona sostanza il proprietario deve saper gestire, educare e controllare il proprio amico a quattro zampe, del quale è responsabile.
Nel momento in cui un cane presenta dei problemi comportamentali viene segnalato ed entra nella lista dei cani impegnativi. Questo cosa vuol dire? Che viene istituito un percorso formativo per il proprietario del cane (a sue spese) affinchè consegua un “patentino” che lo renda in grado di gestire al meglio l’attitudine del proprio cane. Nel contempo il cane, che si ritiene “a rischio”, viene rieducato con un adeguato percorso.
Inoltre, dal momento che lo scopo è quello di tutelare l’incolumità pubblica, oltre al conseguimento del patentino il proprietario del cane dovrà:
– Stipulare una polizza assicurativa
– Utilizzare obbligatoriamente il guinzaglio
– Avere sempre con se una museruola
– Evitare qualsiasi addestramento che miri ad accentuare l’aggressività del cane
– Evitare qualsiasi operazione che non sia curativa (taglio di coda, orecchie ecc.)
– Avere la fedina penale pulita
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